Lazio-Cagliari 2-0

Lazio Cagliari 2 0

Un Cagliari incompiuto e con diverse mediocrità in campo cade all’Olimpico contro una Lazio tutt’altro che trascendentale (con sei titolari assenti) che si è ritrovata in saccoccia una vittoria arrivata solo perché davanti avevano una squadra incapace di far male agli avversari. La fotografia del Cagliari di quest’ultimo mese e mezzo (da tanto non vince) non può che essere quella di una squadra con tanti limiti. Tanti da nutrire qualche apprensione anche per il futuro.  Sono tanti i giocatori a dir poco inadeguati per questi livelli, male assortiti e   con una guida che ancora non ha saputo valorizzare le qualità possedute.  Corrono tempi bui e il domani non si prospetta facile.  Ma non perché manchi la volontà e la disponibilità ai sacrifici, è la botte che dà il vino che le è proprio.

Lazio Cagliari duello aereo Mina

Intanto le dirette concorrenti hanno di tanto in tanto un sussulto che infonde coraggio ed entusiasmo, come il derelitto Genoa ultimo in classifica   che è andato a vincere fuori casa con quel Sassuolo che domenica scora ha sbancato la Unipol Domus dando una lezione di calcio alla squadra rossoblù.  Non sarà una lotta facile la permanenza in serie A.  Farebbe bene il presidente Giulini a rifletterci su e, se può e se vuole, cercare di mettere una pezza a un allestimento di organico visibilmente insoddisfacente.

Contro la Lazio i rossoblù sono anche partiti abbastanza bene e per 20 minuti hanno fatto sperare che finalmente Pisacane avesse trovato la quadra.  Oltre a tenere testa ai più quotati avversari con un gioco d’insieme efficace e anche piacevole, hanno avuto anche due buone occasioni da rete. Ma è qui che è ricascato l’asino, con la riconferma di quello che è ormai il problema cronico di questa squadra. Manca del tutto l’attacco e senza fare gol non si va da nessuna parte. Ma anche nel centrocampo le lacune stanno emergendo giorno dopo giorno. Non c’è un leader e non c’è un play in grado di orchestrare la squadra. Prati continua a essere l’eterna promessa, anzi non lo è più. Non dimostra la personalità e la capacità di regia che necessitano per dirigere una squadra e dettare i tempi di gioco.  Lo ha fatto in una occasione, ma a parti invertite: l’assist a un avversario (Zaccagni) per la seconda rete laziale. Che avesse ragione Davide Nicola che lo teneva costantemente in panchina, scatenando le ire del presidente Giulini che proprio per questo lo ha liquidato?

Lazio Cagliari 01

E che dire di Adopo? È l’ombra del giocatore dello scorso campionato: molle di gamba contro gli avversari, lento nel gioco, impreciso col pallone fra i piedi.  Davvero una delusione. Come è una delusione Folorunsho, da cui ci si attenderebbe ben altro. Dei vari Zappa, Luvumbo, Gaetano, Felici già si conoscevano pregi e difetti, impensabile che potessero diventare improvvisamente giocatori determinanti.   Dei nuovi arrivati, solo Palestra (che a fine campionato tornerà all’Atalanta) appare una scelta azzeccata, mentre i vari Esposito, Borrelli, Kiliçsoy, Mazzitelli, Ze Pedro hanno finora dimostrato più limiti che pregi. Ma questo è quel che passa il convento e con questi giocatori si dovrà andare avanti fino al termine del campionato, salvo qualche ritocco che però la società ha già escluso.

La classifica comincia a far paura, l’exploit iniziale sembra oggi essere stato solo occasionale. Il prossimo turno vedrà il Cagliari affrontare il fortissimo Como di Cisko Fabregas in riva al lago. Non sarà la partita ideale per il Cagliari, salvo imprevisti. Sperare non costa niente e neppure tentarci.

 

 

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